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Calcio italiano

Como promosso in Serie A, ma c’è il problema dello stadio: i posti del Sinigaglia, il minimo richiesto, i lavori di ristrutturazione e il patrimonio degli Hartono

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Como
LaPresse

Dopo 21 anni il Como ha fatto il suo ritorno in Serie A. I lombardi, infatti, non salivano nella massima categoria del calcio italiano dal lontano 2002-2003 con una annata conclusa al 17° e penultimo posto. Da quella retrocessione in avanti i lariani hanno vissuto molto tra Serie B e, soprattutto, Serie C, fino alla rapida risalita giunta in concomitanza dell’acquisizione del club da parte degli Hartono.

Finiti i, meritatissimi, festeggiamenti per la promozione in Serie A, la società biancoazzurra ha dovuto subito iniziare a scontrarsi con la dura realtà del piano superiore. Iniziamo dalla questione legata allo stadio. Il “Sinigaglia” (che, tra 3 anni festeggerà i 100 anni di vita) ha appena 7.798 spettatori. Molto al di sotto da quanto previsto dal regolamento.

Per la Serie A, infatti, la capienza minima dello stadio deve essere di 12.000 posti, tutti dotati di sedute individuali numerate, fissate al suolo, munite di schienale di altezza minima 30 cm. Per la Serie B la capienza minima è di 5.500 posti, per la C di 1.500. Siamo, quindi, molto lontani dagli standard della massima serie.

Per questo motivo il club lariano ha già deciso come muoversi, ovvero dando il via al restyling del “Sinigaglia“. Il problema maggiore riguarda il settore dei “distinti”, che al momento si ferma a quota 700 spettatori. Di pari passo con i lavori, il Como proverà ad ottenere una deroga annuale, che abbasserebbe la capienza minima a 10.500 posti. Questa verrebbe in ogni caso concessa solo a condizione di indicare uno stadio alternativo e il piano per arrivare ai 12.000. La struttura scelta per disputare le partite mentre lo stadio comasco sarà indisponibile, sarà il “Bentegodi” di Verona.

La società lombarda, dopo l’arrivo dei fratelli Hartono, non ha nascosto le proprie ambizioni. Il nuovo stadio è già in fase di definizione e i soldi della famiglia indonesiana farà da scudo per i progetti futuri. Robert Budi Hartono e Michael Bambang Hartono vantano un patrimonio di 23.6 miliardi di dollari, rendendoli una delle realtà più importanti del calcio europeo, non solo italiano.

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