In una lunga intervista Pierre–Emerick Aubameyang ha ripercorso la sua carriera da calciatore. Dopo anni gloriosi trascorsi in giro per l’Europa con le casacche di Borussia Dortmund, Arsenal e Chelsea, l’attaccante gabonese ha deciso di chiudere la sua carriera nel Al-Qadsiah FC, in Arabia Saudita. Ma un episodio, ai tempi del Barcelona, continua a risuonare nella mente del calciatore gabonese.
Aubameyang: “Uno di loro mi ha puntato la pistola”
“Una sera mio figlio maggiore corse da me. Mi disse ‘papà, ci sono degli uomini in casa’ – ha spiegato Aubameyang in una lunga intervista rilascia al The Athletic –. La mia reazione è stata ‘nasconditi subito’. Erano quattro o cinque, avevano una pistola. Mia moglie urlava. Io ho preso una bottiglia in mano e sono andato contro di loro. Uno di loro mi ha puntato la pistola: ‘mettiti seduto!’ Mi sono rifiutato ed è lì che hanno iniziato a picchiarmi. Volevo reagire, ma uno di loro ha preso mia cognata e i miei figli. A quel punto non potevo fare più nulla: una mossa sbagliata e poteva succedere qualcosa. Se fosse stato da solo non avrei avuto problemi. I miei genitori mi hanno educato a essere pronto a tutto nella vita. Ma quando ci sono di mezzo tua moglie e i tuoi figli cambia tutto”.
L’importanza di parlarne…
Un evento traumatico che ha segnato la permanenza in Spagna non solo dell’attaccante gabonese, ma anche dei suoi familiari. “Dopo quell’episodio i miei figli non volevano più andare a scuola. – ha svelato Aubameyang, che ha poi aggiungo -. Avevano paura potesse succedergli qualcosa. Ho passato molte notti a pensare a quel giorno. Era un incubo. Sono uno che se non dorme poi non riesce a dare tutto in campo. Ogni volta che i bambini erano da soli, sapevo fossero spaventati. Ho fatto un errore a non parlarne con nessuno. Se avessi avuto qualcuno, uno psicologico o un terapista, forse avrebbe aiutato ma non sapevo cosa fare. Mi sentivo perso. Ho ancora quella casa, ma non ci sono più tornato. Credo che la metterò in affitto perché i miei figli non vogliono più andare a Barcellona. La loro scuola ha organizzato una gita lì, ma la loro prima reazione è stata: non ci pensiamo nemmeno’”.
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