Non si placano le critiche sul Barcellona in merito alla querelle Dani Olmo: l’Atletico Madrid ha voluto esprimere tutta la sua preoccupazione in merito al caso. Nelle scorse ore, infatti, il club blaugrana si è visto accogliere dal tribunale spagnolo del CSD (Consejo Superior de Deporte) il ricorso in merito al rientro in squadra del talento spagnolo e di Pau Victor. Di conseguenza, in attesa della decisione della federazione, entrambi i giocatori rimangono tesserati fino al 30 giugno e potranno essere schierati fino a quando la Liga non prenderà una posizione definitiva sulla loro situazione.
BARCELLONA, ACCETTATO IL RICORSO: LA DECISIONE DEL CSD SU DANI OLMO E PAU VICTOR
Barcellona-Dani Olmo, il comunicato dell’Atletico
Durissima la replica dell’Atletico Madrid che attraverso un cominciato stampa ha sollevato non poche preoccupazione in merito alla questione. “Il Club Atlético de Madrid vuole mostrare la sua profonda preoccupazione per la situazione generata nel calcio spagnolo dopo la risoluzione adottata mercoledì dal Consiglio Superiore dello Sport. Riteniamo che questa decisione metta in pericolo il sistema attuale, mettendo in discussione le regole del gioco.
La stessa legge sullo sport raccoglie e protegge il controllo economico di LaLiga e, tuttavia, con questa risoluzione si mette a rischio. Il controllo economico di LaLiga è stato lo strumento principale che è riuscito a trasformare il nostro calcio in un settore solvente, un processo ammirato a livello internazionale.
Il nostro club, come tutti i membri di LaLiga fino a questa risoluzione, ha rispettato le regole del controllo economico e continuerà a rispettarle. Infatti, per poter competere al livello che stiamo facendo negli ultimi anni, abbiamo deciso di realizzare diversi aumenti di capitale, nonostante l’enorme sforzo che ciò comporta.
Questo intervento del governo crea un precedente molto pericoloso, poiché apre le porte alla violazione delle regole e ai gravi errori del passato. L’Atlético de Madrid mantiene il suo impegno per il rigore e la gestione responsabile. Senza regole chiare e uguali per tutti, non è possibile una competizione equa“.
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