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Serie A

Italiano: “Bologna piazza calda. Castro come Lautaro”. Poi la replica a Pradè

Vincenzo Italiano, tecnico del Bologna, ha parlato della stagione della sua squadra, della crescita di Castro, replicando a Pradè.

Vincenzo Italiano

Il Bologna vuole confermare quanto di buono mostrato lo scorso anno. I felsinei sono settimi in Serie A, a -4 dalla Fiorentina ma con due partita in meno e sono in piena corsa per l’Europa. Per certi versi si tratta di una sorpresa, considerando l’addio a giugno di Thiago Motta, considerato come il verto artefice della qualificazione in Champions League dello scorso anno.

Nonostante l’andamento non semplice in Champions League, i rossoblù si stanno confermando ad ottimi livelli. In un’intervista rilasciata a Il Corriere dello sport, il tecnico del Bologna Vincenzo Italiano ha parlato della stagione della sua squadra, replicando anche al suo ex dirigente Daniele Pradè.

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Italiano, obiettivi Bologna e valutazione dei singoli

Vincenzo Italiano ha parlato degli obiettivi della sua squadra: “Il presidente Saputo ha fissato l’obiettivo: restare in Europa, quale Europa non lo possiamo ancora sapere. Sartori mi ha detto che tutto si migliora”. Un rendimento dettato anche dalla crescita avuta nel corso di questi mesi dai singoli: “Per quanto riguarda i giocatori, quelli cresciuti più di tutti sono Dominguez e Castro. Il primo Il primo è stato una sorpresa, da quando è arrivato a oggi è cambiato anche come atteggiamento, ha personalità, l’uno contro uno, che io cerco di isolare, infiamma il pubblico e a me i giocatori come lui piacciono da sempre, può diventare un top. I progressi di Castro sono costanti, mi ricorda il primo Lautaro”. 

Qualche settimane fa, aveva scaturito qualche polemica l’esultanza di Vincenzo Italiano al termine della sfida vinta dal Bologna contro la sua ex squadra, ovvero la Fiorentina. Dopo la partita, Pradè aveva dichiarato di essere rimasto deluso dal suo comportamento e di aver capito tante cose della persona. Non è mancata la replica del tecnico: “Quelle parole mi hanno fatto male. Dopo la gara ho fatto le condoglianze a Palladino perché aveva appena perso la mamma e ho espresso il mio dispiacere per quello che era accaduto a Bove. Cos’altro avrei dovuto dire o fare? A chi avrei dovuto telefonare? Il rispetto… Ci tengo a sottolineare una cosa: in 8 anni da allenatore professionista non sono mai stato espulso. Ho sempre rispettato colleghi, avversari, tifosi, arbitri. Sul controllo delle emozioni durante la gara si può e si deve sempre migliorare. Non sono certamente l’unico che vive i 90 minuti in modo assoluto”. 

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