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Il 3-5-1-1 è la definitiva dimensione dell’Italia? Il modulo che dà sempre più soddisfazioni a Spalletti

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Spalletti / LaPresse

Non sono bastati ottimi quaranta minuti per conquistare il terzo successo di fila in Nations League. L’Italia di Luciano Spalletti si ferma sul 2-2 contro il Belgio, rimanendo comunque in testa al gruppo 2 della competizione. E ottenendo ancora una volta risposte positive dal vestito tattico utilizzato, con la conferma del 3-5-1-1 visto lo scorso settembre.

Squadra che vince non si cambia, si dice. E così ha agito Spalletti, confermando in blocco la squadra che ha fatto il colpaccio al Parco dei Principi. E i fatti gli stavano dando ragione, con un gol dopo nemmeno trenta secondi sfruttando quelli che al momento sono i nostri pregi migliori, corsa ed esterni a tutta fascia capaci di fare male a chiunque. Non è un caso che il vantaggio parte dal solito cross con il contagiri di Dimarco e viene concretizzato da Cambiaso, che arriva in area come un falco; da quinto a quinto, come dicono quelli bravi.

Ma a parte il gol, quando l’Italia è stata in parità numerica si è vista una squadra nettamente superiore ad un Belgio che non è più quello da nomi altisonanti di qualche anno fa, complice anche delle assenze importanti, ma che rimane lo stesso un cliente ostico. L’espulsione di Pellegrini ha rovinato i piani, ma con il rosso gli azzurri hanno provato lo stesso a mettere i bastoni tra le ruote agli avversari grazie soprattutto al lavoro di Frattesi, sacrificatosi come centravanti ombra affiancando Retegui ogni volta che poteva. E poi la difesa ha retto il possibile, seppur dovrà registrare qualcosina sui calci piazzati, soprattutto in occasione del 2-2.

Una rondine non fa primavera, si diceva. Ma intanto quella di ieri all’Olimpico è la terza prova che il 3-5-1-1 funziona. Un modulo che può apparire abbottonato ai più, ma con cui l’Italia si sente più sicura, sia nel difendere che nell’attaccare. Luciano Spalletti potrebbe avere finalmente trovato quel giusto vestito da far indossare ai suoi. Per tornare ai Mondiali che mancano da dieci anni: tanto, troppo tempo.

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