Il calcio, si sa, è capace di raccontare storie particolari, vicende intricate fra di loro, coincidenze storiche che pochi altri sport sanno incastrare. E’ il caso di Empoli-Napoli, una partita legatissima ad un nome, quello di Luciano Spalletti che, seppur in epoche diverse, ha scritto pagine indelebili nella storia di entrambi i club.
Verso il trionfo
Del resto, anche la partita di oggi può significare tanto per le due squadre, per l’Empoli vincere potrebbe dire assicurarsi gran parte della salvezza, per il Napoli cucirsi un altro pezzettino di uno scudetto che, ad onor del vero, ormai solamente un autentico suicidio potrebbe togliere dalle maglie azzurre. Luciano Spalletti sta per salire sull’Olimpo partenopeo, riportando il tricolore in Campania dopo 33 anni ed accomodandosi accanto ad Ottavio Bianchi ed Alberto Bigon, ovvero gli altri due tecnici scudettati a Napoli.
La cavalcata toscana
Eppure, il nome di Spalletti vuol dire anche Empoli, vuol dire l’esperienza da calciatore ma, soprattutto, i primi passi da allenatore, la doppia promozione dalla C1 alla serie A dal 1996 al 1997 e la salvezza nella massima serie al termine del campionato 97-98, per molti insperata ad inizio stagione ed invece meritatissima, ottenuta grazie al lavoro, all’organizzazione e al carattere di un tecnico emergente, capace di salvare una squadra praticamente mai toccata dal gruppo che aveva vinto i playoff di serie C nel 1996.
Napoli oggi
Qualche giovanotto che legge potrebbe pensare che l’autore di questa storia sia uno scrittore di fantascienza, o che magari abbia bevuto un po’ troppo prima di mettersi davanti al computer. Il Napoli è oggi uno squadrone padrone del campionato, uno schiacciasassi che passa sopra agli avversari riducendoli in poltiglia, una macchina perfetta guidata da quel Luciano Spalletti che sta finalmente per ottenere quel successo in Italia che finora aveva solo sfiorato un paio di volte con la Roma e lo scorso anno a Napoli.
Napoli ieri
E invece questa storia non è fantascienza, non è frutto dell’immaginazione, Luciano Spalletti esattamente 25 anni fa ha seppellito il Napoli, quella stessa creatura che un quarto di secolo più tardi condurrà probabilmente allo scudetto. E non è fantascienza raccontare che il Napoli l’8 febbraio 1998 è ultimo in classifica e alla vigilia della seconda giornata del girone di ritorno ha incamerato appena 7 punti ed è ad un passo dalla retrocessione in serie B dopo 33 anni, due scudetti ed una Coppa Uefa in bacheca.
Disastro
I partenopei hanno cominciato la stagione guidati da Bortolo Mutti che l’anno prima aveva condotto il Piacenza alla salvezza; gli azzurri, in crisi economica, hanno dovuto vendere tanti pezzi pregiati negli ultimi anni, come ad esempio Fabio Cannavaro, ma sono convinti che con un tecnico capace ed una piazza calda possano piazzarsi a metà classifica. Ma Mutti salta presto, arriva Mazzone che dura però da Natale a Santo Stefano, quindi sotto il Vesuvio approda Giovanni Galeone, ma la situazione rimane drammatica.
Oasi felice
Ad Empoli, invece, il gruppo che ha conquistato le promozioni in B e in A è stato appena ritoccato, mentre intoccabile è il giovane tecnico Luciano Spalletti, ormai un’istituzione nella città toscana. La squadra gioca a memoria ed è la rivelazione del torneo, ha battuto la Lazio e vinto in trasferta il derby con la Fiorentina, avviandosi a conquistare una salvezza che a molti inizialmente sembrava insperata. Empoli-Napoli dell’8 febbraio, così, è l’ultima spiaggia solo per i campani, condannati a vincere per sperare nel miracolo.
La cinquina
Sarà una mattanza: l’Empoli non ha pietà del blasone dell’avversario, nel primo tempo è già sul 2-0 grazie alla rete di Carmine Esposito (nome vagamente campano) e al rigore di Cappellini. Nella ripresa, poi, ecco anche la doppietta dello sloveno Florijancic e il gol del mediano Alessandro Pane: 5-0, un’umiliazione in piena regola per un Napoli che a fine partita annuncia l’addio a Galeone e l’arrivo in panchina di Vincenzo Montefusco che ha il compito di traghettare dignitosamente la squadra verso la serie B.
Salvezza e retrocessione
A fine campionato, infatti, il Napoli retrocederà con 14 punti appena e due sole vittorie interne in tutta la stagione, considerata la peggiore nella storia azzurra. L’Empoli, viceversa, otterrà la permanenza in serie A e Spalletti (che a fine anno andrà alla Sampdoria) sarà portato in trionfo dopo tre annate eccellenti in una piazza che mancava da certi palcoscenici da oltre 15 anni dopo l’assaggio di fine anni ottanta. No, non è fantascienza, è la storia di come il calcio sia fatto di cicli e cambiamenti.
Epilogo
Ieri il Napoli era desolatamente ultimo, oggi guarda l’Italia dall’alto di un dominio inarrestabile, condotto sapientemente proprio da quell’allenatore che 25 anni fa non aveva avuto pietà, infliggendo ai partenopei una delle sconfitte più umilianti nella vita sportiva del club e facendosi scoprire dall’Italia come uno dei tecnici emergenti della serie A. Chissà se oggi, l’ormai esperto allenatore toscano ripenserà a quel giorno così particolare e a quanta acqua e passata sotto i ponti da allora.
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