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Calcio italiano

Il salto di Osimhen non è una cosa normale

Spalletti a fine partita guarda il salto che Osimhen ha fatto per lo 0-2 allo Spezia e dice, come un bimbo: “Guarda dov’è arrivato!”.

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Victori Osimhen (© LaPresse)
Victori Osimhen sigla una doppietta contro lo Spezia (© LaPresse)

Il 2-0 di Osimhen nella partita di oggi contro lo Spezia non è un gol normale. Non è un gol normale prima di tutto perché non lo vediamo tutti i giorni. Siamo abituati a set di movimenti molto standardizzati ormai, il calcio è giustamente un processo di schemi ripetuti e mandati a memoria e anche la finalizzazione rientra perfettamente in questo processo, anzi ne è la parte terminale e più importante.

Il gol di Osimhen poi non è normale perché non è normale che un calciatore riesca a saltare con due piedi e arrivare di gran lunga oltre le mani di un portiere alto 1,91 come Bartłomiej Drągowski. Ci vuole una capacità atletica fuori dal comune, non normale appunto.
Quando un calciatore spezzino alza il pallone a campanile verso la sua porta, il difensore e il portiere vanno verso il pallone e cercano di prenderlo, ma allo stesso tempo cercano di toccare Osimhen per scoordinarlo. Il centravanti del Napoli letteralmente gli vola sopra, li scavalca unendo leggerezza e potenza.

Il calcio riscopre la carne

Quando si vedono gol del genere che fanno scintillare la parte atletica, la tracotanza fisica di un calciatore-atleta, il calcio si mostra in una dimensione elementare, ma non per questo meno bella. Scompaiono in un attimo le sovrastrutture tattiche che sono parte essenziale e benedetta del calcio, perché ne fanno anche un fatto cerebrale, e tornano a brillare la carne, i muscoli, i tendini, le articolazioni che permettono quello slancio verso l’alto. Per tanti è una riflessione al limite del retrogrado, di quelle per cui “si stava meglio prima”. Non è così.

“Guarda dov’è arrivato!”

La reazione di compagni di squadra e di Spalletti ci spiegano meglio la spettacolare unicità del gesto. Quando scende giù, i compagni di Osimhen lo accompagnano alla bandierina e guardano in alto, come se avesse appena colpito il pallone spia cinese di cui tutti parlano.
Spalletti nel dopo partita invece dice, con gli occhi sgranati e la bocca impastata di meraviglia: “Saltare da fermo così non l’avevo mai visto. È un mezzo jump da fermo con due piedi, di solito fai il terzo tempo, ma fare così, due piedi in terra e fare lo stacco così è una roba incredibile!”.

Poi conclude con l’unica cosa che si può dire rivedendo quel salto, una cosa che direbbe un bambino, ovvero chi è abituato a capire la meraviglia forse meglio di noi adulti: “Guarda dov’è arrivato!”. Con gli occhi dritti verso il cielo.

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