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Calcio italiano

Lautaro e Osimhen: così diversi, così forti, così desiderati

Entrambi in gol ieri, dimostrano ogni giornata di essere decisivi per le proprie squadre. Questa estate ci sarà un assalto.

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Lautaro Martinez (© Photo LiveMedia/Fabrizio Carabelli)
Lautaro Martinez in gol ieri nel derby di Milano (© Photo LiveMedia/Fabrizio Carabelli)

Ieri hanno segnato entrambi, Victor Osimhen una doppietta a La Spezia, mentre Lautaro Martinez ha fatto il gol vittoria nel derby contro il Milan. Hanno 14 e 12 gol all’attivo in campionato e le prime due squadre in classifica seguono gli istinti e le scelte dei loro centravanti, venendo favorevolmente ricompensate.

Lautaro e il movimento a croce

Lautaro e Osimhen sono calciatori molto diversi. Il primo mette insieme tante cose diverse, difficile pensare a un centravanti del passato per definirlo. Sa stare in area, ma anche fuori, con Lukaku fa il sottopunta, con Dzeko il riferimento alto. Difficile da decifrare. Si muove a croce, spostandosi da una parte all’altra dell’area di rigore e scendendo al massimo sui 30 metri. Segna di forza, ma soprattutto sul movimento anticipato. Ti ruba un attimo, non lo prendi più perché ha un corpo che regge i contatti. Se proprio dobbiamo associarlo a un calciatore del passato, prendiamo gli ultimi due gol.

A Cremona fa un movimento alla Luca Vialli (sì, proprio a Cremona), smarcandosi e segnando con un movimento forte e tecnico, tenendo distante il marcatore. Ieri sera ha fatto un gol alla Tovalieri, che rubava il tempo e la palla la rivedevi in porta.

Osimhen e il tergicristallo

Osimhen è completamente all’opposto. Se Lautaro gioca a croce, lui gioca a tergicristallo, svariando in fascia per togliere il focus dal centro. Gli piace quando galoppa e ha campo, non ha le stesse skills associative di Lautaro, ma in area di rigore è più fagocitante. Se la palla arriva dalle sue parti ha la rabbia per mangiare tutto quello che si para tra sé e il pallone.
Segna di potenza e agilità. Ieri ha fatto un gol saltando oltre le mani di un portiere alto 1,91. Bisogna aggiungere altro?

In giro ce ne sono pochi

Diamo uno sguardo al parco centravanti in circolazione. Benzema e Lewa sono il top del ruolo ma quest’anno mostrano qualche crepa d’età. Haaland è il migliore e non si discute, Kane e Lukaku a volte si perdono anche se sono sempre lì. Darwin Nunez si pensava meglio, così come Vlahovic, anche se ha avuto problemi fisici. Insomma, i “nostri” due sono nel paniere dei centravanti indispensabili, anche perché giovani e quindi richiestissimi. Chissà se l’estate prossima Napoli e Inter potranno salvarsi.

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