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Calcio italiano

Zaniolo, un destino diviso tra “bad boy” e bravo ragazzo

Quale Zaniolo dobbiamo aspettarci? Un calciatore diviso tra due destini

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Photo LiveMedia/Fabrizio Carabelli

Nicolò Zaniolo. “Bad boy” o bravo ragazzo? Angelo o demone? Diavolo o acqua santa? Il calciatore italiano più discusso di queste ultime settimane (con il suo burrascoso addio alla Roma) e, nel complesso, degli ultimi anni, sta mettendo in mostra due facce di sé. Polemiche a non finire lontano dal campo per qualche “scivolone” evitabile quando vestiva la maglia giallorossa, mentre ora appena sbarcato in Turchia sembra proporre l’idea di un “nuovo Nicolò”. Una persona, prima che un giocatore, che vuole dimostrare di non essere quello che molti tratteggiano.

Il “Bad boy”

Nonostante sia solamente un classe 1999, il nativo di Massa ha sovente fatto parlare di sé per quanto combinato fuori dal terreno di gioco, tra questioni di cuore, una famiglia un po’ troppo invadente, qualche dichiarazione evitabile e un addio alla Roma sbattendo la porta di Trigoria, senza dimenticare quanto avvenuto nel corso dei Campionati Europei Under 21 del 2019, quelli giocati in casa. Fece parecchio notizia la sua esclusione (assieme a Moise Kean) dal match poi perso contro la Polonia che, con il senno di poi, ci costò il passaggio del turno.

Il “caso” Luigi Di Biagio

Una punizione che non ha smesso di fare “rumore”. Tanto che in questi giorni è circolato un pesantissimo messaggio vocale su WhatsApp! dell’allora CT degli Azzurrini, Luigi Di Biagio. Parole che davvero assomigliano a macigni: “Non capisce un ca…! Io l’ho mandato in tribuna, l’ho sfondato sperando di riprenderlo in tempo, ma niente. Niente! Purtroppo quando dico che è cerebroleso… adesso tutti a dirmi ‘avevi ragione’, ma che avevo ragione? È un problema grande per lui. Per la vita, non capisce un ca…”. L’audio, pubblicato da Repubblica, non è stato smentito da Di Biagio, per cui tutto è da ricondurre a quanto avvenuto in quel 2019.

Turchia = bravo ragazzo?

Tanti, forse troppi, hanno detto la loro sull’ex Inter. Un ragazzo che, nemmeno a 24 anni, rischia sempre di vivere sul filo del rasoio tra “calciatore” e “bad boy”. Ecco, per quanto visto dal momento della sua firma con la sua nuova squadra, il Galatasaray, Nicolò Zaniolo sembra avere imboccato la strada del “bravo ragazzo”. In primo luogo ha deciso di cambiare il suo numero di maglia. Dal 22 con il giallorosso romanista, al 17 con il giallorosso del club turco.

Per quale motivo il cambio di numero?

Il fantasista azzurro ha voluto rendere omaggio a Muhammed Emin Özkan. Di chi si tratta? Parliamo di un giovane ragazzo tifoso del Galatasaray che, sui social, aveva mostrato tutto il suo entusiasmo per il possibile arrivo del giocatore italiano. Purtroppo, però, il 17enne è morto per colpa del tremendo terremoto che ha devastato la Turchia nei giorni scorsi. 17 anni e 17 come nuovo numero di maglia. Un gesto simbolico che ha particolarmente colpito a Istabul, città nella quale Zaniolo è sbarcato poche ore dopo il sisma che ha mietuto migliaia di vittime.

Il dopo terremoto

Non solo la scelta del nuovo numero. Il nativo di Massa ha fatto anche altro. Consapevole del terribile momento che sta vivendo la comunità turca, ha iniziato a dare man forte. L’ex fantasista giallorosso, infatti, ha subito elargito una donazione in favore delle persone colpite dal sisma (si parla di una cifra attorno ai 20.000 euro), quindi con i compagni di squadra si è messo di buona lena a scaricare e smistare pacchi di generi di prima necessità per le famiglie terremotate.

“Bad boy” o “bravo ragazzo”?

Non sta certo a noi rispondere a questa domanda. Come in ogni cosa sono le buone azioni che contano, non le parole. Nicolò Zaniolo ha ogni diritto di vivere la sua vita come meglio crede, nessuno può sindacare, ci mancherebbe. Il nuovo giocatore del Galatasaray sa che davanti a sé ha una grande occasione. Mettersi alle spalle tutte le polemiche, le cattiverie e le critiche ricevute (spesso non senza motivo). Il talento e la gioventù non gli fanno certo difetto. Se vorrà costruirsi una carriera degna di quello che “madre natura” lo ha dotato, è ancora in tempo. Abbiamo già avuto fin troppi esempi di talenti sprecati in malo modo.

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