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Monza

La lunga strada di Raffaele Palladino

Il tecnico campano è una delle sorprese di questa Serie A

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Raffaele Palladino alla guida del Monza (© LaPresse)

Da Mugnano di Napoli alla Serie A. Quando Raffaele Palladino ha lasciato la Campania a 17 anni aveva già esordito in Serie C nel Benevento e inseguiva il sogno di debuttare nella prima squadra della Juventus. Cosa poi avvenuta, ma la carriera di Palladino, condizionata anche da diversi infortuni, ha preso una piega di normalità per quanto possa essere normale (spoiler: non lo è) una carriera da oltre 300 presenze nei professionisti, di cui circa due terzi in Serie A.

Brianza mia

L’ultimo contratto da giocatore glielo ha offerto il Monza di Silvio Berlusconi, all’epoca in Serie C. Una manciata di presenze, il fisico che non regge e il salto della panchina. Inizia come collaboratore del settore giovanile, quindi l’Under 15 nel 2020/21 e la Primavera dalla scorsa stagione fino alla chiamata di settembre per risollevare le sorti della squadra, ultima in Serie A con un solo punto in sei partite.

Un po’ Sacchi, molto gasperiniano

“La scelta di Palladino la paragonerei a quella di Sacchi. Palladino ha in sé le stigmate del grande allenatore: anche quando scegliemmo Arrigo Sacchi per il Milan fu una scelta coraggiosa”. Parole di Adriano Galliani nello spiegare la scelta di affidare all’allenatore campano la guida del Monza. Più che a Sacchi, però lo stile di Palladino si rifà alla scuola di Gian Piero Gasperini avendo avuto lo stesso tecnico di Grugliasco come allenatore e Ivan Juric. Pur con alcune differenze, l’imprinting è quello.

Destinazione Europa

Ora Palladino, pur mantenendo un basso profilo circoscritto all’obiettivo salvezza, può puntare ad un piazzamento europeo per questo Monza rivoluzionato dalla sue idee. Ma il profilo dell’attuale allenatore dei brianzoli fa gola a tanti, anche in Italia. Bisognerà capire se questo Monza ha davvero la possibilità di assecondare le ambizioni del proprio tecnico che dopo l’impatto sul campionato avuto al debutto può sognare una carriera di altissimo profilo in panchina. Quella che sognava per sé già da giocatore.

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