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Empoli

Gotti e Nicola, esempi di ‘improvvisazione societaria’

Gli esoneri di Luca Gotti e Davide Nicola da Spezia e Salernitana rappresentano due esempi di come le società non programmino più i loro passi

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Luca Gotti (© LaPresse)

Empoli galeotto, potrebbe pensare Luca Gotti. Ancora una volta la squadra toscana è responsabile dell’esonero dell’allenatore veneto, che vede la sua avventura con lo Spezia interrompersi alla ventiduesima giornata. Una scelta dettata dall’estrema riduzione del margine sulla zona retrocessione, da nove a due punti nel giro di un mese. Solo il 15 gennaio gli spezzini sembravano al sicuro dopo il successo con il Torino, ma poi sono arrivate tre sconfitte in fila prima del pari con l’Empoli. L’ultima goccia per la dirigenza Platek-Per una scelta che sembra però dettata più dall’improvvisazione.

Per Gotti ci sono però almeno due attenuanti per queste ultime settimane deludenti. La prima è quella degli infortuni: dopo la vittoria con il Torino lo Spezia ha perso sia Nzola che Holm, due giocatori fondamentali per lo scacchiere bianconero. A loro si è aggiunto anche Simone Bastoni, da sempre uno dei leader tecnici e tattici degli spezzini, costringendo il mister a fare di necessità virtù.

Ci si aggiunge anche il mercato, apparso troppo conservativo. Negli ultimi giorni di gennaio Gotti ha perso improvvisamente il suo leader difensivo, quel Jakub Kiwior che, a furia di buone prestazioni, si è guadagnato la chiamata dell’Arsenal. Meritatissima per il polacco, ma alla fine la dirigenza ha optato per sostituirlo con il connazionale Wisniewski, che ha nel carnet dei mesi discreti in un Venezia in difficoltà. Zurkowski e Shomurodov sono due calciatori di livello, ma se il primo è ancora acciaccato, il secondo ha bisogno di tempo di adattamento. 

Due attenuanti che però non salvano l’allenatore, che fino ad un mese fa era saldo al proprio posto in panchina. Il comportamento della gestione Platek sulla questione Gotti non è molto dissimile da quella Iervolino con la Salernitana: una gestione dettata esclusivamente dalla pancia e non dalla ragione.

La pantomima vissuta a Salerno con Davide Nicola, che ha vissuto le ultime giornate come un condannato a morte pronto a scaldare la panchina al primo interessato, sembra completamente diversa rispetto a quanto vissuto a La Spezia, ma ha invece più punti di contatto di quanto sembri. Movimenti dettati dalla pura improvvisazione e non da un ragionamento a lungo termine. E di solito quando le dirigenze si comportano in questo modo, diventa sempre più difficile tenere le redini della questione in mano. Rischiando di colare sempre più a picco.

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