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Champions League

I sogni del Milan nella tana del Tottenham: cosa serve per vincere? Il Diavolo ha vinto solo una volta in Inghilterra

L’Inghilterra è tabù per i rossoneri, che possono permettersi di pareggiare ma dovranno riuscire a controllare il gioco se vogliono avere una chance di passare ai quarti

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Olivier Giroud
Olivier Giroud, centravanti del Milan (©LaPresse)

Coraggio, garra, attenzione ai particolari. E una buona dose di fortuna che, si sa, aiuta gli audaci. Per espugnare il New White Hart Lane, questa sera (fischio d’inizio ore 21), servirà un Milan perfetto. Sembra una banalità ma è così. Lo dice  la storia, che nel corso degli anni ha visto il Diavolo uscire quasi sempre sconfitto dai campi dell’Inghilterra. Lo dicono i numeri, perché gli Spurs in casa sono una vera e propria macchina da guerra. Se in Premier League la squadra di Conte ha vinto 9 volte e perso 4 segnando 26 gol e subendone 15 (in 13 gare), in Champions è addirittura imbattuta con 2 vittorie (2-0 al Marsiglia e 3-2 all’Eintracht Francoforte) e un pareggio (1-1 con lo Sporting Lisbona).

Dati che pongono l’accento sulla forza degli inglesi, che hanno in Kane il fuoriclasse capace di cambiare le sorti di ogni partita e nel pubblico il loro dodicesimo uomo in campo. Già, perché a Londra la media degli spettatori presenti sulle tribune finora è stata di 52mila in Premier e di 57mila in Europa. E questa volta, vista l’importanza della posta in palio, i tifosi saranno più di 65mila. Tutti assiepati sui seggiolini dello stadio del Tottenham, che vuole ribaltare l’1-0 dell’andata a San Siro e volare ai quarti.

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L’approccio alla gara

Partiamo dalla prima certezza. Il Milan non potrà permettersi di sbagliare l’approccio alla gara. Gli Spurs devono recuperare il gol di Diaz, fare gol significherebbe cambiare completamente l’inerzia mentale del doppio confronto. E sappiamo quanto la testa incida sulle gambe dei giocatori. Per di più le squadre di Antonio Conte, da sempre, ci hanno abituato a partenze lanciate con ritmi folli. Ecco perché il Diavolo dovrà iniziare questo ritorno degli ottavi di Champions a mille all’ora. Soprattutto come velocità di pensiero, perché la pressione di Kane e compagni (e dello stadio) saranno enormi fin dal fischio d’inizio del francese Turpin.

Stefano Pioli lo sa bene e per questo, in conferenza stampa, ha parlato di “partita della personalità”. Controllare la palla e i ritmi, e di conseguenza il gioco, sarà determinante per il Milan. Il tecnico emiliano, per riuscire nell’impresa, avrà di certo provato qualche soluzione tattica nuova, funzionale rispetto ai punti deboli del proprio avversario. Che è forte e temibile, soprattutto quando riesce a mettere intensità nelle giocate con con cui aziona i suoi esterni, il marchio di fabbrica di Conte. A destra con la catena composta da Emerson Royal e Kulusevski, a sinistra con Perisic e Son. Il Diavolo dovrà fare grande attenzione sopratutto ai frequenti cambi gioco che gli Spurs attuano per creare l’1 contro 1 o addirittura la superiorità numerica sulle fasce.

Coraggio e cinismo

I modi per impedire al Tottenham di prendere in mano il pallino del gioco e il ritmo della partita sono due: aggredire gli Spurs per non farli respirare oppure gestire il possesso palla per farli correre a vuoto e demotivarli. Considerate le caratteristiche delle due squadre, però, è improbabile che i rossoneri riescano a dominare per oltre 90′ a Londra. Per riuscirci servirebbe un’abilità nel palleggio che in Europa, oggi, possono vantare solo Manchester City, PSG e forse Bayern Monaco. Più facile, dunque, che Pioli cerchi di aggredire gli Spurs in determinate zone del campo per recuperare palla e cercare di fare male appena il suo Milan ne avrà l’occasione.

Un piano di battaglia che può funzionare solo se non si ha paura di pressare l’avversario, magari concedendo anche qualche spazio in più alle proprie spalle, e se si sbaglia poco dal punto di vista tecnico. Ogni volta che il Diavolo rientrerà in possesso del pallone, infatti, dovrà essere bravo a non perderlo subito. E soprattutto dovrà capitalizzare al meglio le occasioni da gol che avrà. Perché se è vero che il Tottenham è una squadra fortissima in attacco (è il quarto della Premier League dietro a City, Arsenal e Liverpool), dietro qualche cosa concede sempre. Il cinismo, spesso sconosciuto a Leao o Hernandez ma meno a Giroud, sarà un fattore chiave.

I precedenti non sorridono, ma… 

A prescindere da come deciderà di affrontare la partita, i sogni di Pioli e del suo Milan passano da un risultato positivo in terra londinese che, stando ai numeri, è quasi tabù. Il bilancio dei rossoneri contro le inglesi nelle coppe europee parla di 11 vittorie, altrettanti pareggi e 19 ko. L’unico successo esterno risale al 23 febbraio 2005, quando Crespo regolò il Manchester United all’Old Trafford nell’andata degli ottavi di Champions. Le altre 10 vittorie sono arrivate tutte tra le mura amiche di San Siro. Ma visto che anche Conte “soffre” il mal d’Europa, si può dire che la bilancia della storia non pende dalla parte di nessuno. Saranno il coraggio, la garra e l’attenzione ai particolari a decidere chi volerà ai quarti. E noi, ci perdoni l’ex Ct della Nazionale azzurra, da bravi italiani speriamo sia il Milan.

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