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Calcio italiano

Il miracolo di Mike Maignan esalta la Francia. Gigi Donnarumma ha subito il sorpasso?

Il portiere francese, dopo un lungo infortunio, è tornato alla grande. Gigio, invece, come sempre divide la critica. Ma i tifosi del Milan sembrano ormai aver fatto la loro scelta

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Mike Maignan portiere Milan
Mike Maignan, portiere del Milan e della Nazionale francese (©LaPresse)

Da “Magic Mike” a “SpiderMike”. I soprannomi coniati per Mike Maignan, portiere del Milan, parlano da soli. Il numero uno rossonero, oggi, è tra i primi al mondo nel suo ruolo. Lo aveva dimostrato l’anno scorso, risultando decisivo nella volata scudetto. Lo ha ribadito in questa stagione, prima facendo ritrovare solidità al Diavolo appena è tornato da un lungo infortunio e poi con una parata sensazionale esibita con la sua Francia nell’ambito delle qualificazioni ad Euro 2024.

Un intervento mostruoso, da vero fuoriclasse. “Incredibile!”, avrebbe urlato Sandro Piccinini se avesse avuto la fortuna di fare la telecronaca della sfida con l’Irlanda. Sì, perché il volo che ha permesso a Maignan di tirare fuori dalla porta il colpo di testa di Collins, che sembrava un gol già fatto, ha davvero qualcosa di speciale. Quasi di unico. Un balzo felino abbinato a una forza sovrumana. Più che un ragno, una pantera: “Mike Panther”. E siamo a tre.

Il giorno prima, contro Malta, anche il suo predecessore Gigio Donnarumma aveva compiuto un miracolo. Mezzo, forse. Ma pur sempre una gran parata. Su Satariano, dopo appena 5 minuti, involatosi a rete eludendo le attenzioni di Scalvini e Romagnoli, sorpresi dal suo taglio verso la porta. Botta secca da due passi, riflesso prodigioso dell’ex numero uno rossonero. Palla sopra la traversa, solo corner per Malta e partita che poi gli azzurri vinceranno 2-0, come tutti sappiamo, anche grazie a quel (mezzo) miracolo.

Ma Gigio, a differenza di Mike, è uomo che divide. In primis i tifosi del Milan, che non gli perdoneranno mai di aver scelto il PSG e i suoi petroldollari. In secondo luogo molti addetti ai lavori italiani, in una sorta di campanilismo Italia contro Francia e di nostalgia verso quello sport che ormai non c’è più, fatto di bandiere e di calciatori che, pian piano, con le loro prestazioni e i loro gesti, assurgevano al ruolo di eroe.

Meglio Mike o Gigio?

E infatti, ogni due per tre, Donnarumma viene sottoposto a gogna mediatica. Quella scelta, poco romantica, gli è costata l’inimicizia di un intero popolo. Anche di quello francese, criticissimo ad ogni suo errore, piccolo o grande che sia. Perché lui, Gigio, resta pur sempre un signor portiere ma ha solo 24 anni. Molti se lo dimenticano che ha esordito giovanissimo (il 25 ottobre 2015 a “San Siro” contro il Sassuolo, appena 16enne) e che per questo sembra giocare da una vita. Così da “Gigio” è diventato “Paperumma”. Colpa di una prima stagione al PSG caratterizzata dal dualismo con Navas e da quell’errore su Benzema costato l’eliminazione in Champions League contro il Real. E di altre incertezze, che da uno come lui nessuno si aspetterebbe. Purtroppo per Gigio “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, proprio come dice Spiderman. Ah no, scusate, “SpiderMike”, il suo attuale alter ego.

Insomma uno sale, l’altro scende. Mentre Mike riceve elogi e viene incensato dai media di tutto il mondo, Gigio affonda sotto i colpi di macete della critica. Che non risparmia nessuno, nemmeno il portiere che ha fatto vincere all’Italia il secondo Europeo della sua storia. Il calcio, come sempre, non ha memoria. Corre veloce come il vento e si lascia tutto alle spalle. Solo i più forti stanno al passo. Come nella savana, dove una pantera può sopravvivere mentre una papera non durerebbe nemmeno un minuto.

Donnarumma, però, ha le spalle larghe. Ha tempo per migliorare e crescere ancora. Ora, forse, ha subito il sorpasso da parte di Maignan. Ma se ci chiedete chi è più forte tra i due una risposta non c’è: sono entrambi fenomeni. Due numeri uno tra i numeri uno. Per questo stiamo dalle parte di entrambi. Di “Magic Mike” e di “Gigio”. Due ragazzi che quando mettono i guanti ci fanno provare delle emozioni. In fondo, il bello dello sport, è proprio questo.

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