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Serie A

Napoli-Milan, gli azzurri perdono la partita “meno importante”. La musica cambierà in Champions League?

Il primo atto in campionato ha detto che il Diavolo se la può giocare, soprattutto se dovesse mancare Osimhen. Ma gli azzurri in Europa non saranno questi

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Napoli-Milan

L’orgoglio dei campioni ha prevalso. Tanto che il Napoli, forse schiacciato dalla pressione degli eventi, per una volta non è sembrato divertirsi in campo. Non era mai successo prima in questa stagione a forti tinte azzurre. Ci è riuscito il Milan del maestro Pioli, ancora impeccabile nel preparare la partita. Ha dato scacco matto al collega Spalletti, senza se e senza ma. Frastornato, come un pugile all’angolo, e inerme dinanzi all’incedere del Diavolo, assetato di sangue come ai tempi dello scudetto. E trascinato da un Tonali straripante, da un Leao leggiadro e cinico, da un Diaz in formato superstar.

Purtroppo per il Milan, a -20 dalla vetta, il campionato è andato. Archiviato. Almeno se la si guarda con gli occhi del Napoli, che a breve sarà campione (non siate scaramantici, cari tifosi) e potrà dedicarsi “anema e core” alla Champions League. I rossoneri no, dovranno soffrire fino alla fine in una volata per il quarto posto più incerta che mai. Nessuno sembra capace di dare il colpo di grazia. Solo la Lazio di Sarri è costante nel suo cammino. Roma, Inter, Milan e Atalanta viaggiano sulle montagne russe, tra inspiegabili alti e bassi. E se la Juve dovesse rientrare in gioco riottenendo i 15 punti di penalizzazione, beh allora sarebbe davvero un film di fantascienza. Aperto ad ogni finale possibile.

La Champions, tutt’altra storia

Ma torniamo a noi. A quel 0-4 del “Maradona” che ha stupito tutti. Tifosi, addetti ai lavori, forse persino i giocatori in campo. Alzi la mano chi si sarebbe aspettato di vedere un Napoli così remissivo. Nessuno. Al di là del risultato, che sa di mattanza, gli uomini di Spalletti sono mancati nel “core”, che si è fermato dopo il terzo gol di Leao. Una gemma che ancora risplende. Quasi da annali del gioco per la semplicità con cui il lusitano ha eseguito gesti tecnici complessi. Punto, sterzo, la sparo nel sette. Di sinistro che non è il mio piede. Ah, non siamo al campetto? Scusate.

Quest’anno queste cose le aveva fatte vedere quasi sempre un ragazzotto classe 2001 che ieri giocava dall’altra parte, in azzurro: Kvaratskhelia. In tutte le partite, anche le più complicate, il georgiano aveva sfoggiato tutto il suo arsenale di finte e dribbling. Robe da Best. Robe da numero uno. Con il Milan invece non si è visto. Arginato dai raddoppi di Diaz e Tonali, ma anche dalla ritrovata attenzione di Calabria. Ma in Champions, il 12 aprile, sarà tutt’altra storia. Tutt’altra musica. Vi chiederete il motivo. E’ presto detto.

Il ritorno di Osi

Innanzitutto perché le motivazioni saranno ben altre. I tre punti in palio nella sfida del “Maradona” pesavano molto di più per il Milan che per il Napoli; il passaggio alla semifinale di Champions pesa su entrambe le squadre in egual misura. Per gli azzurri è un appuntamento con la storia, per i rossoneri la possibilità di ridare senso a una stagione fin qui deludente sul piano dei trofei messi in bacheca (la sconfitta in Supercoppa Italiana ha lasciato il segno). Ma per nessuna delle due alzare la “Coppa dalle grandi orecchie” rappresenta un assillo, come potrebbe esserlo per una big del calcio europeo.

Per di più, rispetto al campionato, il Napoli potrebbe riavere a disposizione un certo Osimhen. Il capocannoniere della Serie A con 21 gol, il centravanti che tutti vogliono. L’uomo che segna quasi quanto Haaland e che, da solo, mette soggezione a un’intera difesa. Anche la più forte. Se è vero che prima di ieri la squadra di Spalletti aveva sempre vinto senza il nigeriano, è altrettanto vero che averlo nel doppio confronto più importante della stagione la sua presenza farebbe tutta la differenza del mondo. Ed è per questo che lo staff medico azzurro farà di tutto per recuperarlo già per l’andata.

Nel segno di Leao

Dall’altra parte, però, il risveglio di Rafa Leao apre nuovi scenari. Spalanca porte e portoni, perché con il portoghese in formato deluxe il Milan può vincere contro tutto e tutti. Soprattutto se abbina a quel talento lo spirito di sacrificio messo in campo domenica sera. Le corse all’indietro degli attaccanti, i raddoppi in fascia e in mezzo al campo, la voglia di darsi sempre una mano tra compagni.

Con questo atteggiamento, che è poi lo stesso che ha contraddistinto il fantastico Napoli plasmato da Spalletti, il pronostico dei quarti di Champions è aperto ad ogni risultato. Non resta che mettersi comodi sul divano e godersi lo spettacolo. Le date da segnare sul calendario sono 12 e 18 aprile. Al resto ci penseranno due squadre che quando giocano a calcio fanno sempre divertire. Questa, in fondo, è l’unica grande certezza.

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