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Champions League

Napoli-Milan, la partita delle partite. Con Osimhen cambia tutto, ma serve l’impresa ai partenopei

Questa sera al “Maradona” va in scena la sfida più attesa dei quarti: il recupero del centravanti nigeriano può rivelarsi decisivo ma il Diavolo ha le carte per giocarsela

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Osimhen e Kvaratskhelia
Victor Osimhen, centravanti del Napoli, parla con il compagno Khvicha Kvaratskhelia (©LaPresse)

Victor Osimhen. E’ lui il centro di gravità permanente del Napoli targato Luciano Spalletti. E’ lui il centravanti da 21 gol in 23 partite di campionato che sta trascinando gli azzurri verso lo scudetto. E’ lui lo spauracchio delle difese di mezza Europa, al pari di un certo Erling Haaland. Oggi, però, una città intera si interroga su una sola e semplice domanda: sarà lui l’uomo copertina della gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League in programma questa sera allo stadio “Maradona” contro il Milan? Insomma, basterà il ritorno di Osi per ribaltare le sorti della qualificazione a favore dei partenopei?

I tifosi azzurri lo sperano. A Milano hanno visto un gran bel Napoli, capace per larghi tratti di dominare la partita. Ma spuntato. E’ mancato l’acuto, il guizzo, la forza di buttare dentro la palla. Caratteristiche che il centravanti nigeriano ha nel suo Dna, una dopo l’altra, in fila tra i propri cromosomi. Lo ha dimostrato in Serie A, segnando caterve di gol in questi tre anni (o,5 di media a partita nelle prime due stagioni se consideriamo le gare giocate, che sale a quasi 1 gol a partita in quella corrente), e lo ha confermato in questa Champions League, con 4 reti e una presenza a centro area che nel doppio confronto con l’Eintracht è risultata determinante. Quasi spiazzante per i difensori avversari.  

Non solo Osi. Per l’impresa serve Kvara

Per l’impresa azzurra, dunque, servirà il miglior Osimhen. Perché di impresa si tratta. Il Milan di questi ultimi tempi è una squadra solida, che riesce a portare l’avversario a giocare sul terreno a lei più congeniale. Stefano Pioli sta gestendo tutto con apparente calma e tranquillità. Ed è riuscito a trasmetterle ai suoi ragazzi, che in campo si aiutano e sfoggiano un calcio corale capace al tempo stesso di mettere in risalto le caratteristiche dei singoli. Leao, in questo Diavolo ritrovato, è diventato l’arma in più. L’uomo in grado di fare la differenza. L’alter ego di Osimhen. Il centravanti, però, non sarà da solo là davanti. Insieme a lui, nel tridente di Luciano Spalletti, ci sarà Kvaratskhelia.

Il nigeriano e il georgiano si trovano a meraviglia, come se si conoscessero da una vita e giocassero da sempre insieme. Il Milan in questa stagione non ha mai affrontato il Napoli con entrambi in campo. Victor e Khvicha: il numero nove affamato di gol e l’esterno tutto dribbling e sgasate che ricorda George Best. Due forze della natura che i rossoneri dovranno cercare di tenere a freno se vogliono avere una speranza di passare il turno. L’1-0 firmato Diaz dell’andata non sarà sufficiente. Servirà una difesa di squadra, con la giusta pressione sui portatori di palla e una cura maniacale delle distanze tra i reparti, che giocheranno un ruolo decisivo. Kjaer e Tomori, infatti, potrebbero soffrire parecchio l’attacco alla profondità e i tagli alle spalle del nigeriano, abilissimo a prendere il tempo agli avversari.

Il tifo ritrovato e le assenze

Ci sono poi altri due fattori da tenere in considerazione: le assenze del Napoli e l’effetto “Maradona”. Se da un lato le squalifiche di Kim e Anguissa potrebbero farsi sentire (i sostituti più probabili sono Jesus e Ndombele che non danno le stesse garanzie dei titolari), dall’altro il riavvicinamento alla propria gente potrebbe regalare energie insperate agli azzurri. Questa sera si giocherà in una bolgia. I tifosi napoletani, quando sostengono la propria squadra, lo fanno con tutta l’anima (e il cuore), creando un clima bellissimo per chi gioca in casa ma che può tagliare le gambe agli avversari.

Pioli, alla vigilia, ha parato la domanda dicendo che l’affetto del “Maradona” darà grandi motivazioni anche al suo Milan. E lo stesso ha affermato Kjaer, uno che di battaglie ne ha vissute parecchie nel corso della sua carriera. Di certo l’esperienza internazionale della società rossonera, con Paolo Maldini nel ruolo di chioccia fuori dal campo e Giroud all’interno dello spogliatoio, si sarà fatta sentire in questi giorni. Ma l’ambiente potrebbe spostare gli equilibri. E cambiare tutto. Proprio come la presenza di Osimhen. Perché la domanda, alla fine, è sempre la stessa: basterà il ritorno di Osi per raggiungere la semifinale? Tra poche ore lo sapremo.

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