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Caso stipendi, Dybala: “La Juve ci chiese di rinunciare a quattro mensilità”

Paulo Dybala oggi alla Roma, è tornato a parlare del suo periodo alla Juve. Nella sua deposizione si legge un richiesta del club bianconero

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Paulo Dybala
Dybala in azione con la sua ex squadra, la Juventus (©LaPresse)

Paulo Dybala dalla scorsa stagione un nuovo giocatore della Roma è tornato a parlare del proprio passato, con maggiore precisione del suo periodo alla Juventus. Nelle ultime settimane la Vecchia Signora è al centro di diverse vicende giudiziarie. L’ultima sentenza arrivata al club piemontese riguarda il caso plusvalenze: alla società bianconera è stata infatti inferta una penalità di 15 punti. Dal secondo posto le zebre sono state catapultate al 10° ed ora si ritrovano a galleggiare a metà classifica con 23 punti.

Insomma un momento delicatissimo per la società gestita dal presidente Ferrero, insediatosi dopo le dimissioni di Agnelli e di tutto (ormai ex) CDA. Nella giornata di oggi SportItalia ha riportato la deposizione di Dybala per quanto riguarda un’altra vicenda che riguarda sempre da vicino i piemontesi, ovvero il caso sugli stipendi. Ecco dunque di seguito il commento della Joya argentina.

La deposizione di Dybala sul caso stipendi

La proposta della Juventus era quella di non percepire quattro mesi di stipendio (non ricordo di preciso quali mesi). Noi non eravamo d’accordo perché si trattava di troppe mensilità. Alla fine abbiamo stabilito di percepire tre mensilità e lasciarne non pagata solamente una. Questo è l’accordo finale. Molti dei giocatori alla richiesta del club hanno risposto di no. Tre ce li avrebbero pagati con certezza, senza condizioni”.

“Ai tempi abbiamo deciso tutti assieme che strada prendere per quanto riguarda questa vicenda. Io non ricordo di averne parlato personalmente con Paratici e Nedved. Ricordo che in quel periodo uscì un comunicato stampa; tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi ma nessuno sapeva realmente dell’accordo delle tre mensilità. Leggendo il comunicato non è l’accordo che abbiamo raggiunto. C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi ma non c’è scritto che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe”.

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