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Sassuolo, Laurienté: “Berardi leader. Ora voglio segnare di più”

Armand Laurienté giocatore del Sassuolo ha rilasciato alcune dichiarazioni parlando della sua stagione sin qui

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Laurienté Sassuolo
Laurienté in azione con la maglia del Sassuolo (©LaPresse)

Tante ombre e pochi luci per il Sassuolo quest’anno. Tra i pochi spiragli che illuminano il grigiore delle prestazioni e della classifica conquistata dall’inizio del campionato sino ad oggi, c’è un nome: Armand Laurienté. L’attaccante francese classe ’98 sta regalando gioie ai tifosi di fede neroverde e con le sue prestazioni cerca di colorare il loro umore. Arrivato in estate da perfetto sconosciuto, l’ex Lorient, a suon di giocate e gol, dapprima ha conquistato un posto da titolare scalzando da quella zona di campo Traorè, giocatore inizialmente inamovibile poi addirittura ceduto in prestito a gennaio (al Bournemouth). Poi il calciatore nativo di Gonesse ha fatto breccia nel cuore di mister Dionisi ed ora è un elemento imprescindibile nel gruppo Sassuolo. Margine di crescita esponenziale e giusta cattiveria agonistica stanno facendo candidare Laurienté a miglior rivelazione di questo campionato. Ma ecco di seguito le parole del calciatore neroverde che si è raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

Sassuolo, le parole di Laurienté

Pensava che mi meritassi di fare gol. Così è andato da Traoré, che mi faceva da traduttore visto che ancora non parlo bene l’italiano, e gli ha detto di chiedermi se me la sentissi. Non me l’aspettavo, è stato un grande gesto da parte di Berardi. Domenico è il nostro leader oltre che il capitano. E la sua lunga assenza ha pesato”.

“L’allenatore ci ha sempre ripetuto di credere in noi stessi. Lui è sempre stato convinto che le cose sarebbero cambiate e che, giocando da squadra, i risultati sarebbero arrivati. Ci ha spronati ad avere fiducia nelle nostre qualità. L’obiettivo è quello, vorrei giocare sempre bene. Ma la cosa più difficile è proprio trovare la continuità. A volte dipende dagli avversari, a volte dalle condizioni fisiche che non sempre sono ottimali. Ma c’è sicuramente una componente mentale: la testa giusta serve ogni giorno in allenamento, per poter crescere anche in partita”.

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