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Orsolini is back! E anche Mancini sorride

Con Motta segna, dribbla e convince sempre di più: tra i problemi di Zaniolo e gli infortuni di Chiesa l’esterno rossoblù potrebbe rivelarsi utile anche in chiave azzurra

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Riccardo Orsolini
Riccardo Orsolini, attaccante del Bologna (©LaPresse)

Con 6 gol in campionato, ad oggi, è il secondo esterno italiano più prolifico della Serie A. In pochi mesi è cambiato davvero tutto per Riccardo Orsolini. L’attaccante del Bologna FC 1909 sembrava aver smarrito la retta via ed essersi perso dopo l’esplosione avuta sotto la guida di Sinisa Mihajlovic nella stagione 2018-19. Sono stati due anni difficili per Orso, ritrovatosi dapprima in Nazionale con Roberto Mancini e sulla cresta dell’onda del calciomercato per poi finire nel giro di pochi mesi sotto accusa. Perché tutti, dopo quella favolosa seconda parte di stagione chiusa con 8 reti e culminata con la salvezza dei rossoblù, si sarebbero aspettati che Orsolini l’anno successivo facesse il definitivo salto di qualità. Invece niente: 8 gol nel 2019-20, 7 nel 2020-21, appena 6 nel 2021-22. Ora, forse, grazie alle cure di Thiago Motta quel momento potrebbe essere arrivato.

Da Sinisa a Thiago

Orsolini è un ragazzo d’oro. Il suo rapporto con Sinisa era quasi quello tra padre e figlio. Quello che è successo a Mihajlovic ha toccato profondamente l’esterno nato ad Ascoli il 24 gennaio 1997, che forse anche per questo motivo negli ultimi due anni non era più riuscito a dare il meglio di sé. L’impegno non era mai mancato, ma la scintilla, quella sì. La sua capacità di saltare l’uomo era andata via via smarrita, così come la capacità di fare la differenza in una squadra che faceva tanto affidamento su di lui. Sui suoi assist, sui suoi gol, sui suoi dribbling. Abilità che il 18 novembre 2019 lo avevano portato in Nazionale, dove Orsolini vanta due gol in altrettante presenze. Poche per un’ala di 26 anni con le sue qualità.

Sotto la gestione di Thiago Motta però tutto è cambiato. In questi ultimi mesi il tecnico italo-brasiliano ha lavorato tanto sulla testa e sulle gambe dei rossoblù, che ora possono sognare l’Europa. E Orsolini è stato tra quelli che ha beneficiato maggiormente del cambio in panchina. Un paradosso, se si pensa all’affetto che lo legava a Mihajlovic, al quale ha dedicato il gol segnato al Dall’Ara proprio la domenica dopo la sua prematura scomparsa. Fatto sta che da quando Motta è arrivato Orso ha pian piano cambiato passo. Posizionato largo a destra nel 4-2-3-1, il suo ruolo abituale, il mancino di Ascoli è tornato a fare quello che sa fare meglio: saltare l’uomo con continuità, segnare sfruttando il suo fantastico sinistro e servire assist al bacio.

Un Orso da Nazionale

I gol oggi sono 6, quasi tutti decisivi: tre in trasferta (nelle vittorie per 2-1 di Monza, Firenze e Genova contro la Samp) e altrettanti in casa (nei successi per 2-0 e Spezia e nel ko per 2-1 con l’Atalanta). Gli assist invece sono 3, due dei quali per il difensore goleador Posch. Oltre ai numeri, tuttavia, c’è di più. Orsolini negli ultimi mesi sembra cresciuto anche sotto il profilo mentale, trascinando squadra e compagni, che si affidano spesso a lui nei momenti di difficoltà. Un particolare significativo che potrebbe convincere il Ct della Nazionale Roberto Mancini a riportarlo in azzurro. Anche perché sugli esterni offensivi l’Italia non se la passa benissimo.

Se consideriamo le difficoltà che hanno portato Nicolò Zaniolo a trasferirsi in Turchia e gli infortuni che stanno tormentando da troppo tempo Federico Chiesa, nel ruolo ad oggi Riccardo Orsolini è secondo solo a Mattia Zaccagni. E il laziale gioca sull’out opposto, quello di sinistra, per rientrare sul piede forte: il destro. Proprio come Orso. Che si tratti di 3-4-3 o di 4-3-3 poco importa: né Willy GnontoMatteo Politano stanno attraversando un momento di forma paragonabile a quello dell’esterno del Bologna. Solo Vincenzo Grifo sta facendo meglio fuori dai confini italiani, con i suoi 11 gol in 19 gare segnati in Bundesliga con la maglia del Friburgo. Orsolini è tornato. E sembra pronto per compiere l’ultimo grande salto. Magari ritrovando anche l’azzurro.

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