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La Juventus risale la classifica e l’Europa è a un passo. Tra la penalizzazione e il caso Pogba

Nonostante il -15 in classifica e i problemi del francese, i bianconeri sono settimi con 38 punti a 4 lunghezze dall’Atalanta. Sognare si può ma tutto, poi, dipenderà dai tribunali

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Juventus - Sampdoria
La Juventus esulta dopo un gol segnato contro la Samp (©LaPresse)

Settima in classifica a -4 dall’Atalanta, che oggi sarebbe l’ultima squadra di Serie A ad accedere all’Europa per disputare la Conference League. Non la coppa più affascinante di sempre, sia chiaro, ma pur sempre un torneo che ti permette di uscire dai propri confini e incassare qualche euro in più rispetto alla concorrenza. La Juventus di Massimiliano Allegri non si ferma più. E continua a risalire la china, vittoria dopo vittoria, dimostrandosi più forte di tutto e tutti. Almeno sul campo. L’ultima vittima della Vecchia Signora è stata la Sampdoria, battuta 4-2 all’Allianz Stadium. Un successo che aumenta i rimpianti di una stagione davvero strana, quasi maledetta, per la Juve: senza il -15 comminato dalla giustizia sportiva, infatti, oggi i bianconeri sarebbero al secondo posto in solitaria, con 53 punti, dietro al fenomenale Napoli di Luciano Spalletti. La posizione più consona a un gruppo costruito per vincere su più fronti.

Senza Paul ma comunque vincenti

Stagione strana e maledetta, dicevamo. Già, perché di questo fortissimo gruppo farebbe parte anche Paul Pogba. Utilizzare il condizionale, quando si parla del francese, non è una provocazione ma un obbligo. In otto mesi ha giocato una manciata di minuti, senza mai riuscire a uscire da un tunnel che sembra davvero infinito. Il ginocchio, il flessore, i problemi disciplinari, l’adduttore. Il “Polpo” ne ha sempre una e così, quello che doveva essere l’uomo in più del centrocampo bianconero, capace di dare quella qualità tanto anelata che da troppo tempo mancava in mezzo al campo, si è rivelato un flop assoluto. Un altro problema, questa volta di campo, che è andato ad aggiungersi ai casi giudiziari legati alle plusvalenze e agli stipendi non pagati ai calciatori.

Ma coi problemi di campo, Max Allegri, va a nozze. E infatti il tecnico di Livorno la soluzione a livello tattico l’ha trovata. Anzi, paradossalmente l’assenza prolungata di Pogba ha permesso alla Juve di far maturare due giovani di belle speranze come Fagioli e Miretti, che si sono definitivamente consacrati. Oppure di lanciare un altro ragazzo di talento come Barrenechea. Il tutto senza mai perdere di vista gli obiettivi alla portata dopo la fragorosa eliminazione dalla Champions League dello scorso novembre: la finale di Europa League e la qualificazione all’Europa.

Un Angel veglia sulla Vecchia Signora

Se questi due obiettivi sono ancora alla portata, il merito è anche di un giocatore che da gennaio ad oggi ha alzato esponenzialmente il proprio livello di gioco: Angel Di Maria. L’argentino, dopo il trionfo del Mondiale, sembra spiritato. Le sue giocate incantano pubblico e addetti ai lavori, che giustamente incensano il Fideo definendolo un giocatore fuori categoria per l’attuale Serie A. Se a 12 gare dalla fine del campionato la Juve ha risalito la classifica a suon di vittorie ed è tornata prepotentemente in corsa per l’Europa lo deve soprattutto al suo angelo custode, che ha saputo trascinare la squadra in campo così come Allegri ha fatto da fuori.

Non a caso, dopo la penalizzazione di 15 punti in classifica, l’allenatore ci ha messo solo due partite (il pareggio con l’Atalanta e il ko con il Monza) per far svoltare nuovamente i suoi ragazzi: da allora, tra tutte le competizioni, i bianconeri hanno infilato 8 vittorie, 1 pareggio e 1 sola sconfitta all’Olimpico contro la Roma. Numeri che permettono di porre l’accento sulla forza mentale di questa squadra. Soprattutto se si pensa che, oltre a Pogba, è mancato spesso anche l’apporto di Chiesa e Vlahovic, altri due big della rosa che stanno incontrando tantissime difficoltà in questa stagione.

Triplo impegno, il calendario è in salita

Ora, però, il conto alla rovescia è cominciato e bisogna iniziare a fare i conti con il calendario. Che non è proprio facilissimo. Se giovedì la Juve passerà gli ottavi di Europa League contro il Friburgo (all’andata è finita 1-0 per i bianconeri) si ritroverà a dover affrontare un altro doppio impegno in un finale di stagione già ricco di partite complicate. Da qui al 4 giugno, infatti, la squadra di Allegri dovrà vedersela tre volte con l’Inter (una in campionato, a San Siro, e due in Coppa Italia) e con altre quattro squadre che la precedono in classifica: Lazio (trasferta), Milan (casa), Napoli (casa) e Atalanta (trasferta).

Nelle altre sette sfide di Serie A le più delicate, almeno sulla carta, sono Sassuolo e Bologna, due campi difficili, mentre quelle con Verona (casa), Empoli (trasferta), Lecce (casa), Cremonese (casa) e Udinese (trasferta) sono le più abbordabili. L’Atalanta, che ha il vantaggio di non giocare le coppe, in queste ultime 12 gare affronterà solo tre scontri diretti contro Roma, Inter e la stessa Juve. Insomma, la strada per l’Europa è ancora in salita. E anche se Allegri e la Juventus sanno come si fa a scalare le montagne, non dobbiamo dimenticare che alla fine tutto dipenderà dai tribunali. L’epilogo forse più normale per una stagione strana e maledetta. 

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